Recensione Libro “Sophìa”

Citazione “Ecco, come fai tu,/Che sei l’astro più splendente del cielo/A vivere quaggiù/Tra noi mortali?/Dimmelo, ti prego./Perché solo svelandomi questo segreto/Puoi darmi l’Idea/Di ciò ch’è divino.”
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Di cosa parla “Sophìa” di Marco Gabrielli

La raccolta di poesie intitolata “Sophìa” dello scrittore emergente Marco Gabrielli è una storia, un percorso che racconta un amore vissuto in prima persona.

Leggendo le poesie contenute in questo libro, sembra di riuscire a cogliere, tra versi che mescolano il classico con il moderno, un rapporto che si compie. In un primo momento ci troviamo di fronte quasi a un’idealizzazione della persona amata, nella fase dell’innamoramento. Poi continuando nella lettura di “Sophìa” ci si imbatte in un rapporto che matura, che da desiderio si trasforma in qualcosa di più complesso e intimo, fino a quando con lo scorrere del tempo non si approda a un sentimento intriso di tristezza, incomprensione, insoddisfazione.

Questo è l’attimo in cui Marco Gabrielli nel libro “Sophìa” mostra la sua debolezza interiore, ma anche la sua capacità di comprendere come le cose cambino, come anche i sentimenti che si considerano eterni debbano fare i conti con il tempo che passa. Soprattutto, ciò che si nota in questo libro è la capacità del poeta di capire che le parole mancate non potranno essere più dette, perché sarebbe inutile, non avrebbero più senso.

“Sophìa” a differenza delle altre raccolte di poesia mostra una continuità, proprio come se si raccontasse una storia attraverso le rime e si trovasse il compimento di un percorso che vede il trionfo personale dell’amore, nonostante il dolore, l’assenza e il senso di abbandono. Questo è il senso del libro di Marco Gabrielli.

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Recensione scritta da

Redazione - Recensione Libro.it