Recensione Libro “Sinfonia Leningrado”

Citazione “Lavorare ventiquattr’ore al giorno è il minimo che possa fare: non sarei nulla senza Leningrado.”
Sinfonia Leningrado
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Di cosa parla “Sinfonia Leningrado” di Sarah Quigley

Dopo una lunga attesa esce anche in Italia un capolavoro: “Sinfonia Leningrado” di Sarah Quigley pubblicato da Neri Pozza.

Il romanzo “Sinfonia Leningrado” è ambientato a Leningrado nel 1941, c’è la guerra, la città lentamente scompare sotto il controllo dell’esercito tedesco, non vi è cibo e ovunque ci sono morti. La guerra non lascia tracce degli uomini che hanno smesso di vivere e cercano la sopravvivenza.

Nonostante tutto quello che sta accadendo, sembra esserci ancora spazio per l’arte. A Eliasberg, ex direttore dell’Orchestra Radiofonica di Leningrato, ormai inesistente a causa della morte di alcuni dei suoi membri, viene ordinato di ricostituire l’orchestra per suonare la Settima Sinfonia di Sostakovic, un noto compositore. Il motivo di questa scelta risiede nella necessità di dare sollievo alla popolazione, infondere speranza e far resistere alle atrocità dei nazisti.

Eliasberg è un uomo dai mille complessi, con una leggera balbuzie e sottomesso a una madre malata, un uomo che vede in quest’ordine di rimettere assieme l’orchestra un’opportunità di rivincita soprattutto verso se stesso, nonostante sia molto impaurito.

La scrittrice Sarah Quigley “Sinfonia Leningrado” riesce a descrivere magnificamente una città piegata in due dai nazisti ed è capace di rendere un po’ di dolcezza a un momento storico complicato e tremendo. Nonostante la paura, l’angoscia, la fame e la morte che aleggia intorno, c’è chi riesce a restare in piedi per dirigere un’orchestra e diffondere il proprio amore.

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Recensione scritta da

Redazione - Recensione Libro.it