Recensione libro “Summis desiderantes affectibus” di Emanuela Di Matteo

Citazione “Non devi avere paura di me, Bianca. È il mondo fuori che dovrebbe farti paura. C’è gente pericolosa, senza morale, in giro. Droga, tatuaggi, mancanza di rispetto, schifezze… Qui con me sei al sicuro. Devi solo fare quello che ti chiedo, per farmi piacere. E allora io sarò buono con te.”
Summis desiderantes affectibus
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“Summis desiderantes affectibus” di Emanuela Di Matteo: il mostro e ciò che crediamo normale

La storia da un altro punto di vista: non dei potenti, non dei vincitori, non da parte di coloro che condanna chi era considerato “fuori dalla grazia di Dio” perché desidera con estremo ardore. Capire chi sia il vero cattivo non è sempre così scontato, questo si coglie leggendo la raccolta di racconti di Emanuela Di Matteo.

“Summis desiderantes affectibus” è un libro fresco di stampa, pubblicato da Scatole Parlanti e scritto con cura, dedizione, passione e trasporto da Emanuela Di Matteo.

Questo libro racconta di vita, di dolore, di fatica. Lo fa collocando le storie in una Roma che è tutt’altro che normalità, al cui interno si muovono persone disincantate, con disagi, sregolate, in un posto in cui si esercita la violenza, ma che camminano anche nel mezzo di momenti carichi di magia. Ciò che li contraddistingue è il desiderio di lasciare traccia di sé: nessuno vuole essere dimenticato.

All’interno di queste storie, tra cronaca e magia, c’è coesistenza di normalità e straordinario, di chi ama e chi odia, di concretezza e illusione, di sogno e incubo, di fragilità e forza, di avventura e sventura.

In questo libro c’è abisso, oscurità, mistero, ma a tratti anche il loro contrario. Ci sono sogni infranti, desideri che si risvegliano, ci sono mamme, amanti, divinità, assassini, personaggi fantastici, fantasmi, mostri ed essere umani.

Alla fine nulla è come appare al primo sguardo, o come uno ci si aspetterebbe, o come si intuisce in prima battuta.

Commento libro

Ciò che mi colpisce di queste storie è che la scrittrice porta a galla le contraddizioni dei suoi personaggi, le paure, le paranoie, le fragilità, la voglia di riscatto, ma anche la speranza di cambiamenti. Tutte sensazioni che ci contraddistinguono nelle nostre imperfezioni. Siamo forse noi gli eretici, le streghe e tutti i condannati perché diversi dalla bolla papale del 1484?

I mostri di cui ci racconta con tanta cura e coinvolgimento la scrittrice sono davvero le eccezioni, sono quelli che vediamo diversi da noi, gli altri, i deformi o ci stiamo sbagliando?

Sono tanti i dubbi che affiorano sulla nostra natura leggendo “Summis desiderantes affectibus” e soprattutto ogni storia, seppur breve, raccoglie idee interessanti e le rimanda al lettore che si sente coinvolto.

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Recensione scritta da

Redazione - Recensione Libro.it

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