Recensione libro “Ti prendo e ti porto via” di Niccolò Ammaniti

Citazione “Pietro Moroni appoggia la bici contro il muro e si guarda in giro. Ha dodici anni compiuti ma sembra più piccolo della sua età. E' magro. Abbronzato. Una bolla di zanzara in fronte. I capelli neri, tagliati corti alla meno peggio, da sua madre. Un naso all'insù e due occhi, grandi, color nocciola. [...] “Dov'è Gloria?” Si chiede.”
Recensione libro Ti prendo e ti porto via
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Di cosa parla “Ti prendo e ti porto via” di Niccolò Ammaniti

Pietro e Gloria, i due ragazzini protagonisti del libroTi prendo e ti porto via”, frequentano le scuole medie e vivono a Ischiano Scalo, una piccola località non meglio identificata, dalle parti del Sud Italia. Graziano Biglia e Flora Palmieri hanno superato i trenta, lui è un playboy incallito, lei una maestrina di paese che ha annullato se stessa per prendersi cura della mamma malata, ridotta ad un vegetale.

Questi i quattro personaggi che si muovono tra le pagine diTi prendo e ti porto via” di Niccolò Ammaniti, e che giocano a nascondino con l’amore, vero protagonista di questo romanzo.

“Ti prendo e ti porto via”: i personaggi del libro

Ma la sapiente penna di Ammaniti disegna attorno ai suoi personaggi, una serie di attori minori, tutti con una personalità ben definita che per somiglianza e contrapposizione, fanno risaltare sempre più Pietro, Gloria, Graziano e Floria. I personaggi minori fanno capolino tra le avventure dei quattro, mostrandosi con fierezza e uscendo di scena, lasciando un sottile filo che li collega alla storia principale.

Pietro e Gloria vivono un amore inconsapevole, che si muove sui binari di una solida amicizia che li ha visti crescere assieme. Pietro è il classico ragazzino timido, bersaglio preferito della banda di giovani capitana da Pierini, più criminale che bullo. I guai del ragazzino avranno inizio proprio quando, per evitare l’ennesima scarica di botte dai pericolosi coetanei, accetterà di accompagnarli per commettere una bravata.

Pietro, Gloria, Graziano e Flora: chi sono?

Gloria è bella, sfrontata e adora stare con Pietro, raccontargli le storie, studiare assieme a lui. Gloria è un fiume in piena e Pietro è la sua diga. Neanche lei sa dare un nome a quella strana amicizia, ma alla sua età non è importante etichettare un’emozione: conta soltanto viverla.

Graziano e Flora, invece, il loro amore lo riconoscono subito, ma anni di abitudini e chiusure sono barriere difficili di abbattere. “Il Biglia” vive suonando nei locali della Riviera romagnola, ma sogna di tornare a Ischiano Scalo per aprire una jeanseria. La maestra Flora Palmieri ha sacrificato la sua intera esistenza per accudire la madre, ma se la si guarda bene, sotto l’aspetto spento che si porta addosso, si può ancora vedere la sua bellezza intatta, soltanto offuscata dalla vita triste che è stata costretta ad affrontare.

Nel racconto di una storia che s’intriga e si muove su uno scenario bollente come la terra del Sud in estate, Ammaniti riesce a mescolare azione e descrizione con sapienza da alchimista, dando alla narrazione un ritmo che cresce con lo svilupparsi degli avvenimenti.

Commento al romanzo “Ti prendo e ti porto via” uno dei libri più belli di Niccolò Ammaniti

A ogni emozionante pagine di “Ti prendo e ti porto via” viene da chiedersi se Pietro e Gloria riusciranno a trasformare la loro amicizia in amore. E se Graziano e Flora si lasceranno andare verso il futuro, oppure il loro passato li costringerà a restare impelagati in gesti e consuetudini impossibili da modificare.

“Ti prendo e ti porto via” è un romanzo bello, che trascina, che emoziona. Niccolò Ammaniti riesce nell’impresa di non tralasciare nessun particolare, e di spalancare le porte a qualunque soluzione finale, tanto da indurre, durante la lettura del romanzo, ad aspettarsi qualunque cosa.

Dal libro è stato tratto l’omonimo film la cui regia è dello stesso Ammaniti. Vasco Rossi ha inoltre dichiarato di aver scritto il testo della canzone “Ti prendo e ti porto via” ispirato da questo libro.

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Voto libro 5 su 5
Recensione scritta da

Davide Gambardella - Recensione Libro.it

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