Trama Romanzo “La malapianta” di Nicola Gratteri e Antonio Nicaso

Trama Il libro "La malapianta" vuole raccontare il ruolo predominante a livello di potere della 'ndrangheta calabrese, che ha i maggiori ricavi dal traffico di droga e un guadagno maggiore rispetto a molte industrie italiane.
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Di cosa parla “La malapianta” di Nicola Gratteri e Antonio Nicaso

Nicola Gratteri in una conversazione coinvolgente con Antonio Nicaso, con cui aveva già pubblicato il libro “Fratelli di sangue”, ci mette a conoscenza di fatti della ‘ndrangheta calabrese nel libro “La malapianta”.

Gratteri ci mostra quello che fino a poco tempo fa era osservato come un fenomeno percepito non nella sua globalità, non come un fenomeno criminale ad ampio raggio, di fattezza internazionale, ma con una dimensione minore.

L’intento è quello di mostrare la realtà così com’è riportando cifre, perché questo sembra l’unico modo per rivelare la reale forza di questa “classe sociale”.

Con un fatturato annuo di 44 miliardi di euro e quasi il 3% del Prodotto interno lordo, la ‘ndrangheta ha un ruolo predominante in Calabria e un potere di una certa rilevanza.

Il suo  ricavato, rappresentato per la maggior parte dal traffico di droga, è più alto persino di quello della Finmeccanica, il gigante industriale che primeggia in Italia.

La Calabria si trova a essere un posto degradato, oppresso dalla criminalità che sfrutta le sue risorse senza che ci sia un miglioramento del territorio.

Gratteri e Nicaso nel libro “La malapianta” cercano di capire i retroscena che hanno dato nutrimento a questo sistema, che è cresciuto e si è ramificato all’interno del Paese e lo fanno attraverso un libro che non ha paura di raccontare la Storia.

Quarta di copertina

In una veloce e appassionante conversazione con Antonio Nicaso, che sullo stesso argomento ha firmato con lui Fratelli di sangue, Gratteri ritorna ad approfondire un fenomeno criminale di portata internazionale che, dopo lunghi e colpevoli ritardi, inizia finalmente a essere percepito nella sua vera dimensione. «Una holding del crimine che vive protetta, quasi rinserrata nei legami di sangue, ma che è riuscita anche a cogliere in anticipo su governi e grandi corporation multinazionali il trend della globalizzazione.» Parole che segnano la fine di ogni ingenua visione della ‘ndrangheta come «versione stracciona e casereccia della mafia siciliana».

A rivelare la forza dell’organizzazione criminale calabrese bastano poche cifre: il suo fatturato annuo è di 44 miliardi di euro, il 2,9% del Prodotto interno lordo. Il «core business» è rappresentato dal traffico di droga (la ‘ndrangheta controlla quasi tutta la cocaina che circola in Europa): un ricavo di 27.240 milioni di euro all’anno, il 55% in più rispetto al ricavo annuo della Finmeccanica, il gigante dell’industria italiana. A questa spettacolare espansione fa da contraltare il degrado sociale e ambientale della Calabria, prigioniera di una criminalità che la opprime, ne sfrutta famelicamente ogni risorsa e poi l’abbandona impietosamente al suo destino.

Seconda parte

La crescita e la fortuna di questa malapianta viene raccontata attraverso temi ed eventi cruciali: dalle lontane origini alla stagione dei sequestri di persona, all’espansione sul territorio italiano e all’estero; dalle collusioni con la politica alla conquista della leadership nel traffico di droga, alle inquietanti vicende dei rifiuti tossici; dal delitto Fortugno alla strage di Duisburg; dalle infiltrazioni negli appalti degli anni Sessanta a quelli per l’Expo 2015. Un’organizzazione criminale che mantiene il suo centro operativo in Calabria, ma che è di casa a Milano come come a Medellín, negli Stati Uniti come in Australia. E che sa mimetizzarsi nell’insospettabile mondo dei «colletti bianchi», tra gli affermati professionisti dei settori produttivi più dinamici.

Gratteri riesce nonostante tutto a trovare parole, al tempo stesso caute e appassionate, di speranza, di fiducia nella migliore Calabria, evocata anche attraverso reminiscenze familiari, quella della gente onesta, sobria e laboriosa. Però, ci ricorda, occorre mano ferma e determinata: certezza della pena e una legislazione adeguata, non più condizionata dall’emotività del momento ma calibrata su una lotta di lungo periodo. Perché nessuno può sentirsi estraneo a questa battaglia culturale e civile. La ‘ndrangheta è un’ombra che cammina accanto a noi, non solo tra le strade della Calabria: una minaccia per la legalità in tutto il paese.

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Recensione scritta da

Redazione - Recensione Libro.it

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