“Una verità quasi perfetta” di Domenico Caporusso: qual è la verità?
“Una verità quasi perfetta” di Domenico Caporusso è un noir intrigante, che porta avanti due storie: quella di un’indagine per capire cosa ci sia dietro la morte di un uomo e quella che va a fondo nell’interiorità dei protagonisti.
Due detective improvvisati, legati tra loro in modo indelebile, una città che fa da sfondo, Bologna, tutta da scoprire, e un morto che porta a galla tante bugie e segreti. Insomma, in questo libro ritroviamo il giusto mistero e un buon pathos.
Non cerca il colpevole per la fine di Marco, che sembra si sia ucciso, la sorella gemella vuole capirne il senso, quello che proprio non si spiega. Per lei la realtà non combacia con la verità, c’è qualcosa che stona, che confonde. E questa crepa, questa discrepanza la colgono benissimo i due detective che, ognuno con le proprie capacità e intuizioni, con le loro differenze, proveranno a spiegare.
Ma se alla fine rimanessero solo domande e nessuna risposta? Se la verità non coincidesse con la realtà?
Quello che viene fuori alla fine della lettura è che nulla è come appare, e che la realtà in fondo è ciò che ci raccontiamo, quella verità che ci convince di più…
Commento libro
Lo scrittore Domenico Caporusso durante la ricostruzione dei fatti, tra le varie supposizioni, i dettagli da mettere insieme per arrivare a una traccia da seguire, usa un taglio cinematografico per raccontare il tutto.
L’autore ci accompagna in una normalità che è fatta di piccoli gesti, rituali, il ripetersi di momenti quotidiani, ma che in realtà non hanno nulla di normale, soprattutto se sta per accadere qualcosa di grande. Quello che viene da chiedersi, come lettore, alla fine è quanto conti la manipolazione nella percezione della realtà e della verità…
Procedendo nella lettura si colgono le imperfezioni e le fragilità non solo dei personaggi ma anche delle storie che lo scrittore ci racconta. E ciò rende il libro “Una verità quasi perfetta” interessante.
Questo romanzo porta nell’interiorità dei protagonisti, nella loro mente, tra i loro dubbi e gli inciampi quotidiani alla ricerca della verità, quella assoluta o quella che più si avvicina pur essendo una costruzione?
Trovo davvero interessante la curiosità psicologica che Domenico Caporusso insinua nella mente del lettore.
“Pensai che forse anche la verità funzionasse così. Una volta che l’hai toccata, ti resta addosso. Non puoi lavartela via. Resta con te. Ti modella. Ti rovina. Ti tiene sveglio la notte. Ti ricorda chi sei o chi non sarai mai più.”
Personalmente ho apprezzato molto il modo in cui lo scrittore ha raccontato la storia, partendo dalla mente, dalle sensazioni, dai dubbi, con una scrittura che avvolge, che dà ritmo alla storia e coinvolge.
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