Recensione Libro Uomini o no

Citazione “Questo era il modo migliore di colpire l’uomo. Colpirlo dove l’uomo era più debole dove aveva l’infanzia, dove aveva la vecchiaia, dove aveva la costola staccata e il cuore scoperto. Dov’era più uomo.”
Uomini o no di Vittorini
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Di cosa parla Uomini o no di Elio Vittorini

Uomini o no di Elio Vittorini è il primo romanzo della resistenza edito nel 1945. Un romanzo impegnato, tipico della narrativa realistica a cui erano approdati tutti gli scrittori di quel tempo.

Vittorini, facendo uso di dialoghi e ripetizioni, crea quasi un’atmosfera surreale e al contempo scava nell’animo dei personaggi in modo da far emergere l’aspetto psicologico, il più delle volte scritto in corsivo, che con fare prepotente vibra in tutto il corso del racconto.

Il protagonista di Uomini o no, Enne 2, è un partigiano italiano che vive il tempo della resistenza milanese e che s’interroga costantemente sulla dimensione umana, sul valore che la vita di un uomo assume nella società in cui si trova a dover agire.

L’animo di Enne 2 è lacerato perché posta su un duplice livello: privato e pubblico. Nella sfera privata non può godere dell’amore che nutre per Berta perché già sposata. Allora si butta nella mischia dei partigiani assumendo un atteggiamento che sfiora la temerarietà.

Anche Berta comprendendo la crudeltà dei tempi, non riesce a fare quel salto di qualità che potrebbe condurla a un amore viscerale, si limita a nutrirsi di scampoli di felicità nati da un rapporto adulterino.

L’amara consapevolezza che il valore della vita di un uomo sfiora il limite della bestialità è dimostrato costantemente dallo scrittore quando per ogni tedesco ucciso vengono giustiziati dieci tra partigiani e civili.

L’antagonista di Enne 2 è Cane nero che lo bracca nel suo rifugio ma l’eroe partigiano preferisce andare incontro al suo destino anche se ha ricevuto una soffiata dai suoi compagni.
È giusto sacrificarsi per la causa?

La guerra, le battaglie, anche se in origine hanno una motivazione giusta, come conseguenza portano sempre l’irrimediabile e l’irreparabile, cioè lo scadimento del valore della vita.

La legge del despota, secondo me, viene raccontata in modo crudo e veritiero in particolare nell’episodio del venditore ambulante che uccidendo per legittima difesa la cagna del generale tedesco Clemm si vede sbranato da una muta di cani al fine di riportare un falso equilibrio di ordine e di giustizia.

Un barlume di umanità traspare negli ultimi capitoli del libro Uomini o no di Elio Vittorini quando un “operaio amico” s’impegna a imparare a premere il grilletto contro il nemico tedesco ma nel momento cruciale si blocca riconoscendo nell’altro “l’uomo”. Sbircia con gli occhi dell’animo il suo avversario e gli risparmia la vita perché lo vede come un essere infelice.

Recensione scritta da Concetta Padula

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Recensione scritta da

Concetta Padula

Presentazione Concetta PadulaSono nata nel 1978 a Potenza, capoluogo lucano. Ho conseguito la laurea in sociologia presso l'Università degli Studi di Salerno nel 2006. Ho presieduto a vari convegni su: disagi e problematiche adolescenziali nel comune di Anzi (PZ) dove vivo col marito Franco e le mie due figlie: Maria e Ilenia.Negli ultimi anni ho iniziato a collaborare per diversi giornali online.Nel gennaio 2015 ho pubblicato un romanzo breve in formato eBook: "Horror tra le righe".Coltivo la passione per due grandi amori: la scrittura e la lettura.Ecco cosa penso dei libri: "Ogni pagina di un libro è come una tavolozza di un pittore. Essa riesce a trasmettere emozioni tali da 'sradicare' il lettore dalla sua quotidianità per poi 'trasportarlo' in realtà prive di spazio e tempo."

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