Recensione libro “Viaggi” di Michael Crichton

Citazione “Sono arrivato ad avere una visione semplicistica di tutto. Nell’uomo esiste un’innata resistenza ai cambiamenti. Tutti ci lasciamo andare a modelli e abitudini che alla fine limitano la nostra vita, e che tuttavia non abbandoniamo facilmente.”
Viaggi
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“Viaggi” di Michael Crichton: un’autobiografia incredibile

È stato forse uno degli autori di bestseller più grandi al mondo. Nonostante non sia più con noi ormai da quindici anni, i suoi libri vengono ancora letti ogni giorno e le sue incredibili storie ci accompagnano quotidianamente, senza essere mai dimenticate. Stiamo parlando di Michael Crichton, autore statunitense di romanzi di fantascienza e avventura del calibro di Jurassik Park, Il Mondo Perduto, Andromeda, Sfera, Timeline (solo per citarne alcuni). Nonché regista cinematografico della celebre serie televisiva E.R. – Medici in prima linea, e di film come 1855 – La Prima Grande Rapina al Treno, del lontano 1978, interpretato da Sean Connery.

Forse meno conosciuto ma altrettanto memorabile il suo libro Viaggi, del 1988, un’autobiografia dello stesso Crichton, che racconta molteplici episodi della sua vita. In quest’opera parte dai ricordi degli anni di studio alla facoltà di medicina di Harvard e al successivo abbandono del mondo della medicina per un mestiere totalmente diverso (quello dello scrittore e regista), passando dai viaggi in Africa, Giamaica, Thailandia ai lunghi periodi di meditazione in diverse parti del Mondo.

Nel libro si narrano le sue avventure subacquee a Bonaire, isola dei Caraibi, nell’estate del 1974, dove quasi ha perso la vita per un “intoppo” subacqueo, e dove l’immersione su un relitto a più di 40 metri di profondità mostrano il coraggio, e forse anche un po’ di imprudenza, che lo rappresentavano.

Nel 1975, insieme alla compagna di allora Loren, Crichton trascorse un periodo a Craig Farm, una riserva di centocinquanta chilometri quadrati nel Kenia settentrionale, dove, durante una notte, fece un incontro ravvicinato con un elefante: “Stavo guardando un enorme occhio. L’elefante era così vicino che il suo occhio riempiva il fascio di luce della torcia. Era a soli tre metri da me. Era gigantesco”.

La sua determinazione, il suo spirito di avventura, la sua assetata voglia di conoscere e di esplorare sono descritte anche durante la sua scalata del Kilimangiaro, che con i suoi 5895 metri è il monte più alto del continente africano, meta di migliaia di escursionisti che ogni anno decidono di scalarlo. Molta gente non arriva a finire la passeggiata – dissero a Crichton quando raggiunse l’Africa con quell’obiettivo in mente. Ma a lui non era sembrato così mesi prima, quando aveva letto le guide dell’Africa per programmare il suo viaggio.

Seconda parte recensione libro

Così, insieme alla compagna Loren, le guide e i portatori, con cene alle cinque del pomeriggio a base di minestra d’avena e tè, e sveglie alle due del mattino, riuscì a portare a termine anche questa impresa. “Molto presto diventa un incubo – narra – l’oscurità è totale. La lanterna è inutile, il vento la spegne, non riesco a vedere niente e inciampo di continuo. Anche se muovo le dita negli scarponi non sento niente.”

Ma i viaggi narrati nel libro di Crichton non sono solo viaggi nel senso del termine, sono anche viaggi interiori, per i quali pare proprio che lo scrittore avesse un particolare interesse.

Nel 1982 partecipò a un seminario organizzato da Brugh Joy, famoso medico di Los Angeles che attraverso la meditazione si era allontanato dalla medicina per occuparsi di crescita personale e terapie esoteriche. Ascoltando musica, parlando dei propri sogni, facendo escursioni e mangiando quasi interamente vegetariano, con giorni di digiuno e silenzio, Crichton e altre quaranta persone assaporarono un tipo di vita particolare, tra misticismo, illusioni e sensazioni alquanto bizzarre.

“Partii alla ricerca del mio maestro” – narra l’autore – “Brugh aveva detto che il maestro si sarebbe fatto riconoscere, occorreva solo essere recettivi. In un angolo del parco c’era un cactus che attirava il mio sguardo. Se questo cactus è davvero il mio maestro, allora mi parlerà”.

Per chi ha letto ogni romanzo di Crichton, e per chi si è appassionato al suo stile narrativo, alla sua fantasia e alla sua incredibile immaginazione, questo libro non può che essere un ulteriore approfondimento di una letteratura che difficilmente verrà dimenticata ma che anzi continua ad arricchire le nostre biblioteche e la cultura letteraria mondiale.

Recensione scritta da Margherita Acs

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Redazione - Recensione Libro.it

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